Uno dei sintomi che più spesso si presenta nella patologia umana è sicuramente la cefalea.
La cefalea, o mal di testa, inoltre, non è un sintomo riservato alle persone adulte ma anche i bambini possono soffrirne e in misura maggiore di quanto ci si può aspettare.
L’argomento è molto complesso per la difficoltà di una esatta interpretazione eziopatogenetica ed inoltre è complicato dalla grande varietà di quadri clinici.
Una prima importante distinzione deve essere fatta tra le cefalee secondarie o sintomatiche (secondarie ad una malattia sistemica o cerebrale es. cefalea in corso di febbre, cefalea da tumore cerebrale) e le cefalee primarie le quali sono contemporaneamente il sintomo e la malattia.
Tra le cefalee primarie è compresa la cefalea tensiva, detta anche muscolo tensiva, che è la più frequente tra tutte le cefalee, sempre più in aumento nei paesi ad alta industrializzazione essendo essa da riconoscere come un aspetto della reazione dell’individuo allo stress della vita quotidiana.
Questa cefalea è anche definita cefalea da tensione emotiva, perchè si manifesta tipicamente nei soggetti ansiosi ma si manifesta anche nei soggetti emotivamente equilibrati in determinati momenti di stress psicofisico.
La cefalea tensiva è più frequente nelle donne e nel soggetto adulto.
Il paziente affetto da cefalea tensiva lamenta in genere un dolore fisso continuo non pulsante.
L’intensità è variabile, ma mai eccessiva. Il dolore viene descritto come una morsa, un peso, un casco.
Il dolore è per lo più associato a prolungata contrazione dei muscoli della bocca, del viso, del collo e delle spalle.
La terapia di questa frequente cefalea interessa vari campi: trattamento farmacologico (antidepressivi, miorilassanti) e trattamento non farmacologico (placche occlusali, psicoterapia, fisioterapia, agopuntura).
La contrazione dei muscoli del sistema stomatognatico (bocca-cervicale) sono in ogni caso l’elemento scatenante la sintomatologia dolorosa.
Il rilassamento di questi muscoli della bocca mediante l’uso di una placca funzionale, da usare in particolar modo durante la fase del sonno, è l’obiettivo di un trattamento gnatologico a carattere non farmacologico.