L’ortodonzia, che etimologicamente significa “dente diritto”, in origine ha concentrato la propria attenzione sull’aspetto meccanicistico dell’allineamento dei denti e solo negli ultimi decenni ha approfondito l’interesse verso la reale eziologia di un eventuale problema di malocclusione.
Si sono così sviluppate nel corso degli anni due scuole di pensiero, e precisamente:
la ortodonzia meccanicistica, che con l’ausilio di apparecchi fissi esercita delle forze sui singoli denti con l’obiettivo di ottenere un allineamento degli stessi;
la ortodonzia funzionale (e più correttamente ortognatodonzia), che utilizza apparecchi mobili per migliorare il rapporto cranio - mandibola, sfruttando le funzioni dei muscoli dell’apparato masticatorio.
In altre parole, la ortognatodonzia, a differenza della ortodonzia meccanicistica, dà maggiore rilievo alla causa della malocclusione poiché studia la eventuale alterazione scheletrica, muscolare e linguale come causa primaria del disordine cranio facciale.
Il sistema stomatognatico (o più semplicemente la bocca) è costituito da denti, muscoli, nervi, ossa e articolazioni.
Tutti questi elementi in continua fase dinamica e interconnessi tra loro mettono in gioco forze che, se non bilanciate in un delicato equilibrio, producono alterazioni della funzione dell’intero sistema.
Un alterato sviluppo cranio-facciale si manifesta in età infantile (all’incirca verso i 6-8 anni) e le cause dello stesso possono essere di natura endogena e/o esogena.
Le cause endogene sono quelle dettate dal patrimonio ereditario del singolo soggetto.
Le cause esogene, invece, possono ricondursi, a titolo esemplificativo, all’allattamento artificiale fino al primo anno di età, all’abitudine a cibi molli, cotti ed artificiali sin dal primo anno di età, all’utilizzo di ciuccio, biberon e dito da succhiare durante la prima infanzia.
Tutte queste cause, sia endogene che esogene, possono determinare un’atrofia dell’organo masticatorio, sia nelle sue componenti scheletriche che muscolari (compresa la lingua).
Diventa importante, quindi, effettuare la prima visita in età pediatrica (5-6 anni), quando tutti i denti da latte sono ancora presenti in bocca, al fine di “intercettare” eventuali disarmonie scheletriche che, se non corrette in fase di crescita, difficilmente possono essere risolte più tardi.
Ne consegue che proprio in età prepuberale è consigliabile attuare una terapia ortognatodontica di tipo ortopedico funzionale (ortopedia dei mascellari) che abbia l’obiettivo di porre in equilibrio le componenti del sistema stomatognatico, apportando benefici di interesse multidisciplinare.
Le manifestazioni clinico-mediche correlate ad un alterato rapporto carnio-cervico-mandibolare sono molteplici: disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare; cefalee muscolo tensive; cervicalgia; respirazione orale come causa e/o concausa di tonsilliti ricorrenti ed ipertrofia delle adenoidi.
Bisogna inoltre ricordare che il volto può condizionare negativamente i rapporti sociali; non risulta difficile comprendere quanto il ripristino di un profilo facciale armonico possa influire nella formazione del carattere e nello sviluppo della psiche del soggetto.
In una fase iniziale, l’intervento dello specialista sarà mirato a ristabilire un’armonia morfologica e funzionale delle componenti ossee.
Una volta ristabilito quest’equilibrio si procederà alla rifinitura estetica del sorriso con conseguente allineamento dei denti.