Il rachide cervicale ha fondamentalmente il ruolo di fornire un supporto stabile al capo e, nello stesso tempo, consentirne i movimenti adeguati.
E’ composto di sette vertebre delle quali le prime due (Atlante ed Epistrofeo) presentano caratteristiche anatomo-funzionali diverse da tutte le atre.
L’apparato muscolare è piuttosto complesso e coinvolge funzionalmente numerosi muscoli, tra i quali i muscoli sopra e sotto ioidei, il muscolo trapezio ed il muscolo sterno-cleido-mastoideo.
I muscoli sopra ioidei si connettono alla mandibola mentre quelli sotto ioidei prendono inserzione anche sul cingolo scapolare.
L’osso ioide, a sua volta, attraverso una struttura fibro-cartilaginea è funzionalmente connesso alla lingua.
Una riduzione della fisiologica lordosi, in pratica un appiattimento, del rachide cervicale può essere il risultato di uno stato di anomala tensione dei muscoli del distretto cervicale causato da una patologia articolare (artrosi) o da una patologia a carattere extrarticolare con il coinvolgimento muscolare, ad esempio disfunzioni del sistema stomatognatico, stress psico-fisico; sindrome fibromialgica.
In particolare, la funzionalizzazione delle componenti muscolari e strutturali (vertebre e dischi) del tratto cervicale è condizionata dalle attività del sistema stomatognatico (deglutizione, masticazione e fonazione).
Durante l’atto della deglutizione, che si realizza circa duemila volte al giorno, si ha un pieno coinvolgimento dell’articolazione atlanto-occipitale e quindi delle prime vertebre cervicali che si muovono in senso postero-anteriore.
Questo significa che un sistema stomatognatico in disfunzione (a causa ad esempio di una malocclusione scheletrica, di una disfunzione linguale, di un disturbo tempo-mandibolare) lavorerà male circa duemila volte al giorno, con la conseguenza che il rapporto cranio vertebro mandibolare sarà posturalmente alterato e determinerà una contrazione dei muscoli e l’appiattimento del tratto cervicale.
Questa condizione anatomo-patologica giustificherà l’algia riferita dal paziente e spiega la refrattarietà alle sole terapie siano esse farmacologiche che fisioterapiche.