La visita ad un paziente adulto con DCCM (disturbi cranio - cervico - mandibolari) deve tenere conto di considerazioni di tipo gnatologico, ortognatodontico, ortopedico funzionale e posturale.
Questa consentirà di individuare l’elemento o gli elementi in disfunzione e di estrapolare di conseguenza una diagnosi.
Una disfunzione del sistema stomatognatico avrà sempre il significato di un alterato rapporto cranio-cervico-mandibolare, sia nella sua componente ossea sia neuromuscolare.
La mandibola è l’unico osso mobile del cranio.
In caso di diagnosi di DCCM, il dr. Arturo Arcella utilizzerà un mezzo terapeutico che, nell’adulto, atteggerà la mandibola in una posizione più fisiologica nel rapporto con il cranio e le prime vertebre cervicali attraverso il riequilibrio neuromuscolare.
La PFA ha il vantaggio di ottenere una immediata remissione della sintomatologia dolorosa e, nel tempo, il non aggravio della patologia, fino al ripristino dell’equilibrio funzionale del sistema stomatognatico.
Diversi sono i tipi bite utilizzati per la terapia dei DTM (ad esempio bite di stabilizzazione e di riposizionamento) e la loro efficacia è stata ampiamente studiata.
Tuttavia, pochi sono gli studi che valutano l'uso dei byte in pazienti con dolore al tratto cervicale e al distretto temporo mandibolare.
La PFA, inoltre, differisce dalle altre placche, per la sua particolare registrazione del morso, in grado di cambiare la postura della mandibola in maniera tale da imitare un rapporto cranio mandibolare più equilibrato, cercando di eliminare la compensazione del corpo a causa della malocclusione del paziente.
Bisogna tener conto che il principio della compensazione porta all'equilibrio del nostro corpo.
Fintanto che questa compensazione è entro il limite della fisiologia soggettiva, questa compensazione viene raggiunta senza dolore, una volta che questo limite viene superato, il soggetto potrebbe iniziare ad avere dolore.
In questo caso il ruolo della PFA è quello di ridurre la compensazione eseguita dal corpo ritornando nel limite fisiologico del paziente.